Per non contraddire la nostra nomea di realtà in continua evoluzione e movimento, vogliamo rassicurarvi: a Samuele, di questi tempi, non c’è nulla di fermo. Uno dei grandi progetti che sta impegnando le nostre giornate e i nostri pensieri è “Dal seme al mercato”, un progetto avviato da qualche mese che sta portando grande trasporto e fermento tra gli orti del laboratorio del verde, oltre che nelle cucine di Samuele.  Questo progetto – finanziato grazie al bando Welfare a Km 0 della Fondazione Caritro – sta iniziando infatti a prendere forma, coinvolgendo principalmente i laboratori di agricoltura sociale e di ristorazione. Obiettivo del bando di welfare generativo era “rafforzare la cultura e la pratica di azioni di comunità con effetti generativi per sperimentare nuove modalità di risposta a problematiche sociali che aumentano a fronte di risorse economiche decrescenti. […] intercettare effettive vulnerabilità, creare reti ed avviare iniziative condivise volte alla soluzione dei problemi con minori risorse economiche.” Ebbene, qui il tentativo è proprio quello di generare, su più livelli e grazie alla creazione di reti virtuose, risorse innovative, per trovare nuove risposte alle sfide della contemporaneità.

Come? Attraverso un modello di rigenerazione che parta dal seme, per arrivare al mercato, passando per il trasformato.

 

Prima di tutto sviluppando e implementando la filiera produttiva di agricoltura sociale – in rete con altre imprese sociali, aziende agricole e associazioni coinvolte nel progetto – partendo dalla produzione del seme e dai metodi di coltivazione sostenibili e arrivando alla creazione di nuovi prodotti trasformati biologici, che consentano di superare i limiti imposti dalla stagionalità del lavoro agricolo e possano essere venduti sul mercato. Grazie allo sviluppo di nuovo marchio comune, poi, verrà garantita la provenienza, la sostenibilità ambientale e la valenza sociale dei prodotti: creati, trasformati e venduti coinvolgendo persone fragili in carico a realtà del terzo settore. Una filiera che offra così, in modo innovativo, nuove opportunità per la formazione e l’inserimento lavorativo dei soggetti vulnerabili.

 

Forti dell’esperienza positiva della gestione del vigneto di Villa S. Ignazio, infatti, siamo divenuti consapevoli dell’efficacia di questo modello, che ha già portato – per quanto riguarda la filiera della viticoltura – alcuni successi: un ragazzo formato dal nostro laboratorio del verde è stato assunto presso le Tenute Lunelli e altri 2 corsisti si stanno sperimentando in questo momento in percorsi di inserimento lavorativo presso le Tenute Lunelli e le Cantine Ferrari. Con questo esempio alle spalle, ci siamo mossi così con convinzione per avere in gestione dal Comune di Trento – partner di progetto – un altro vigneto: 6000 m. di vitigno Chardonnay, poco sopra Villazzano, che immaginiamo come uno step formativo più avanzato per i corsisti del verde e speriamo riservi grandi sorprese. Per ora abbiamo potuto notare grande entusiasmo da parte dei corsisti per questa nuova avventura, soprattutto durante la visita di un esperto dell’unità biologica della fondazione Mach, che è venuto a insegnare la potatura delle vigne, ma forse anche grazie al contributo dei nostri curiosi vicini…

La creazione di una formula innovativa di mercato è poi obiettivo generale di progetto, stiamo lavorando a un “mercato di comunità” che possa consentire lo sviluppo di filiere virtuose di economia alternativa – grazie alla collaborazione con gli altri soggetti del tavolo dell’economia solidale – e promuovere insieme percorsi di coesione sociale tra gli abitanti del quartiere, i soggetti vulnerabili e le organizzazioni del territorio, in un’ottica di rigenerazione urbana e sociale, oltre che agricola ed economica. Un mercato “sociale e culturale” che si terrà nel quartiere di San Martino, presso il Caffè letterario Bookique, con una programmazione tardo-pomeridiana/serale che consenta a lavoratori e studenti di accedere a questo servizio e coinvolga le attività del quartiere nella realizzazione dello stesso.

 

Al momento dunque, oltre ad ampliare le coltivazioni, ci stiamo muovendo nella ricerca di spazi in cui realizzare la trasformazione dei prodotti e nella definizione delle collaborazioni con i partner e con i produttori interessati. In questo senso, sempre in rete con il comune di Trento, abbiamo preso in gestione un altro ettaro di terreno, attorno a Maso Ghiaie a Trento, per cui stiamo già immaginando grandi cose.

 

Per ora possiamo dire che c’è grande fermento, voglia di ricerca e di innovazione, che ci stiamo attivando anche per rispondere ai cambiamenti climatici, studiando nuove colture – sempre con metodi sostenibili – come le arachidi, o come il bambù, che porterà alcuni di noi oltralpe per approfondire la ricerca sulla coltivazione di queste piantagioni e sul loro utilizzo.

 

Una cosa è certa, questo 2020 sarà caratterizzato da un autunno frizzante e, noi lo speriamo, ci sarà di che brindare!